LA MONSELICE CHE VORREMMO: UN COMUNE EQUO E SOLIDALE
La cooperazione con i cosiddetti Paesi del Sud del Mondo è la nostra finalità principale, consci, però, che un rapporto equo e solidale mette innanzitutto in discussione il “Nord del mondo”, e consci, inoltre, che non possiamo esimerci dal considerare tutti i “Sud”: vicini e lontani, geografici, sociali e culturali.
E’ per questo perciò che intendiamo promuovere, anche nella nostra realtà territoriale, una cultura di eguaglianza tra gli individui, di sviluppo sostenibile, di rispetto per l’ambiente e di conoscenza e scambio con le altre culture.
È per questi semplici ma fondamentali motivi che la nostra Associazione presenta ai candidati Sindaco per il Comune di Monselice e alla cittadinanza questo documento che riporta le nostre richieste e proposte alla futura amministrazione comunale, nella piena disponibilità da parte nostra a collaborare per raggiungere, assieme, quelli che secondo noi sono obiettivi fondamentali per la realizzazione di un Comune Equo e Solidale.
“Abbiamo sogni, utopie, strategie, entusiasmo. Al primo posto di ogni politica, anche in un paese piccolo, non possono che esserci ambiente, rapporti con il Sud del Mondo e un modo diverso di consumare”
Sandro Sbarbati, sindaco nel 1999 del comune di Monsano (Ancona).
- Un Comune che promuove il commercio equo e solidale
Il Commercio Equo e Solidale opera secondo regole stabilite a livello internazionale, garantendo:
- una più equa retribuzione dei produttori, commisurata al lavoro effettivo svolto e alla situazione socio-economica dell’area in cui il lavoratore risiede;
- continuità nei rapporti tra produttori e centrali di importazione: contratti pluriennali, pagamenti anticipati ai produttori e prezzi il più possibile stabili nel tempo;
- riduzione al minimo dei passaggi commerciali tra produttore e consumatore finale;
- prezzi trasparenti per i consumatori finali;
- rispetto delle tecniche di produzione artigianali, dell’ambiente e sviluppo della coltivazione biologica;
- microcredito.
Il Commercio Equo e Solidale è presente in Italia dagli anni ‘80, diffuso a livello territoriale in maniera capillare grazie alla presenza di oltre 800 Botteghe del Mondo, per lo più gestite da volontari. Alcuni prodotti del Comes sono oggi presenti anche in alcuni noti supermercati.
Per una maggiore promozione e diffusione del commercio equo e solidale a Monselice chiediamo alla nuova amministrazione comunale:
1) Il consumo di banane del Commercio equo nelle mense scolastiche del territorio comunale.Assieme al commercio del cotone, quello delle banane è il commercio più “sporco”, in riferimento all’uso di pesticidi durante le fasi della coltivazione.
In modo particolare, nelle piantagioni di banano in Africa, Asia e America Latina i fertilizzanti vengono irrorati per mezzo di aerei che sovrastano le piantagioni mentre i lavoratori si trovano al lavoro all’interno, privi di qualunque protezione. Sono centinaia in tutto il mondo i casi di lavoratori ammalati di tumore o resi sterili dall’utilizzo massiccio di pesticidi, alcuni dei quali banditi dai paesi sviluppati perché troppo dannosi alla salute, non solo dei coltivatori ma anche dei consumatori.
Ma i problemi legati al commercio tradizionale delle banane (un commercio che vede circolare 66 milioni di tonnellate di banane ogni anno) non finiscono con la questione dei pesticidi: per ogni banana venduta, nel commercio tradizionale i lavoratori guadagnano solo il 3% del prezzo finale. Rapporto che sale al 9% per le banane del commercio equo a lotta integrata, e del 12% per quelle biologiche.
Per maggiori approfondimenti sulla questione della produzione e del commercio delle banane rimandiamo alla bibliografia allegata a questo documento.
La nostra richiesta è che gli istituti scolastici del territorio comunale offrano ai ragazzi banane del Commercio Equo.
2) Distributori automaticiL’auspicio della nostra Associazione è che il Comune, le singole Pubbliche Amministrazioni e gli istituti scolastici si dotino di distributori automatici per bevande, caffè e snacks del Comes. Portiamo come esempio quanto realizzato all’istituto “J.F. Kennedy”, ma suggeriamo anche di consultare il sito www.equosolda.it.
- Un Comune a chilometri zero
Il rispetto per il lavoro non può e non deve riguardare solo i produttori del Sud del Mondo. Il modello economico e commerciale oggi dominante (che si sta rivelando in tutta la sua precarietà e inaffidabilità) si basa sulla divisione del processo produttivo e commerciale tra moltissimi intermediari. Ne consegue che il prezzo finale pagato dal consumatore si “perde” in spese di immagazzinamento, stoccaggio, distribuzione, commercio, intermediazione e pubblicità, e al produttore iniziale (che evidentemente è colui che realizza il prodotto, o ne fornisce la materia prima) resta ben poco.
Questa ingiustizia coinvolge i produttori un po’ ovunque nel mondo.
Nei confronti dei paesi del Sud del mondo un grande impegno del commercio equo è quello di ridurre le intermediazioni, e di pagare un prezzo equo ai produttori. A livello locale, la migliore risposta a questa esigenza è il GAS, Gruppo di Acquisto Solidale. I GAS consistono in gruppi di persone che si uniscono per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari e non, da ridistribuire tra loro, incoraggiando il consumo di prodotti locali, abbattendo così l’inquinamento e i costi. GAS vuol dire quindi risparmio per il consumatore, ma nell’accezione più comune vuol dire anche ricerca della qualità e quindi predilezione per l’agricoltura biologica o comunque per metodi di produzione a basso impatto ambientale, che rispettino la salute dei consumatori e dell’ambiente.
Prediligere i prodotti locali significa sempre tutela della biodiversità, e spesso rispetto e recupero delle culture tradizionali della zona e dei metodi tradizionali di coltivazione, che rischiano di essere altrimenti perdute dalla tendenza all’uniformità del mercato tradizionale.
Lo scambio tra produttori e consumatori nei GAS è diretto, in quanto i consumatori possono, molto più facilmente che nel mercato tradizionale, ”giudicare” la bontà dell’attività del produttore e la qualità della sua produzione.
Nel nostro comune esiste già una buona iniziativa di vendita diretta produttore-consumatore, e riteniamo sia un buon passo nella giusta direzione, ma un GAS è molto di più… si tratta di acquisto SOLIDALE, il che comporta uno scambio e una crescita comune tra i partecipanti, condividendo esperienze e desideri, definendo insieme i criteri delle scelte di consumo e di vita. Da qualche mese è iniziata una collaborazione con il GasDotto di Este, che speriamo trovi sempre maggiori adesioni.
Crediamo che un’amministrazione che desideri un Comune ed un mondo diversi non possa che sostenere e incentivare la realizzazione di GAS a livello territoriale.
A questo proposito chiediamo che:
il nostro comune diventi uno dei comuni in cui non si producono e consumano OGM (Monselice comune non-transgenico)
La nostra proposta si spinge un po’ oltre, suggerendo alla futura amministrazione una partnership con i produttori locali al fine di agevolare un utilizzo dei loro prodotti nelle mense degli istituti scolastici comunali.
La nostra Associazione considera positivamente la presenza a Monselice di distributori di acqua e di latte alla spina. Iniziative come queste aiutano i produttori locali e salvaguardano l’ambiente abbattendo lo scarto di imballaggio e quindi la creazione di rifiuti. Chiediamo al futuro sindaco di incentivare l’installazione di questi distributori a livello territoriale, in particolar modo nelle periferie di Monselice, e di pubblicizzare tra i cittadini l’importanza di questa iniziativa.
- Un Comune ad imballaggi ridotti
Quello degli imballaggi è un problema grave che affligge in un modo o nell’altro tutti i Paesi del mondo, soprattutto quelli più “sviluppati”, dove gli orti familiari hanno ceduto il passo alle gite familiari al supermercato.
Ad onor del vero quello degli imballaggi è un tallone d’Achille anche per il Commercio Equo, dato che i prodotti commercializzati devono rispettare tutta una serie di normative che impongono, tra le altre cose, l’utilizzo di confezionamenti.
La nostra Associazione è fiera di ospitare all’interno della Bottega “Il Colibrì” i detersivi alla spina Talibe. Scegliere l’acquisto di questi detersivi significa:
- ridurre l’utilizzo di imballaggi in quanto lo stesso contenitore viene ricaricato ogni volta;
- ridurre l’impatto ambientale in quanto i detersivi Talibe sono ecologici;
- sostenere progetti del commercio equo e solidale, in modo particolare la salvaguardia della Foresta Amazzonica.
Un comune virtuoso, secondo noi, dovrebbe promuovere la riduzione degli imballaggi, continuando sulla strada dei distributori automatici di latte e acqua alla spina e sostenendo altre iniziative di questo tipo per tutti i prodotti che possono prevedere una vendita alla spina.
- Un Comune su due ruote
Un comune vivibile, secondo noi, non può prescindere dalla presenza di una rete (estesa, ben curata, sicura e … intelligente!) di piste ciclabili.
Ci permettiamo di elencare alcuni dei vantaggi che questo può comportare:
- una diminuzione del traffico a tutte le ore del giorno e della notte;
- la conseguente riduzione dell’inquinamento;
- la possibilità per i cittadini di godere appieno del proprio Comune;
- la possibilità per i ragazzi di raggiungere la scuola, il parco e gli amici autonomamente.
Suggeriamo al futuro sindaco di aderire al Manifesto delle Città Slow.
Nelle Città Slow:
- si attua una politica ambientale tendente a mantenere e sviluppare le caratteristiche del territorio e del tessuto urbano, valorizzando in primo luogo le tecniche del recupero e del riuso;
- si attua una politica delle infrastrutture che sia funzionale alla valorizzazione del territorio, e non alla sua occupazione;
- si promuove un uso delle tecnologie orientato a migliorare la qualità dell’ambiente e del tessuto urbano.
In questa sede ci permettiamo inoltre di suggerire al futuro sindaco di incentivare nelle famiglie l’uso dei mezzi pubblici, e in particolare l’utilizzo degli scuolabus o dei piedi bus nelle scuole.
Consideriamo un grande successo la riapertura del Parco Buzzaccarini e la sua gestione associativa e partecipata. Questo “polmone verde monselicense” deve costituire un fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale, che invitiamo a promuovere al suo interno iniziative, e a dare la massima visibilità e il massimo appoggio a questo importante spazio della comunità.
- Un Comune sostenibile
3) Promozione di stili di vita e di consumo più sostenibili
Seppure alternativa, quella del Comes è una forma di commercio. La nostra Associazione ha però dimostrato nel tempo, attraverso una serie di incontri organizzati dalle diverse Botteghe del Mondo presenti nella Bassa Padovana, che il commercio equo può abbracciare, senza creare paradossi, tematiche come quella della sobrietà.
Sobrietà e consumi più sostenibili sono fondamentali per il rispetto di quei principi cari anche al commercio equo, come la tutela dell’ambiente, delle classi sociali più svantaggiate e in generale per una vivibilità e sostenibilità che ci consenta di vivere, tutti quanti, in maniera dignitosa nel “poco” spazio che il pianeta Terra ci offre, rispettandolo senza impoverirlo, per garantire la sopravvivenza delle future generazioni.
Crediamo che un sindaco virtuoso, e quindi un comune virtuoso, debba indirizzare la sua azione (e l’azione dei funzionari dei suoi uffici) nel rispetto di alcune semplici pratiche:
- eliminare gli sprechi di carta, luce, acqua ed energia negli uffici della PA;
- utilizzare il più possibile carta riciclata o almeno carta FSC - Forest Stewardship Council (http://www.fsc-italia.it/), preferendo comunque la riduzione del suo utilizzo, per esempio costituendo archivi telematici o, se necessario stampare, impostando la stampante in modalità fronte/retro;
- utilizzare lampadine a risparmio energetico e a led, rubinetti con frangi-flusso e doppio scarico per i sanitari;
- rispettare le buone prassi nella raccolta differenziata e potenziarla ulteriormente;
- porre attenzione alla regolazione del riscaldamento.
Ricordiamo che a risparmio energetico corrisponde risparmio economico.
E ancora:
- incentivare la diffusione di compostiere per il cosiddetto “scarto umido”, promuovendo i vantaggi ambientali ed economici dovuti al loro utilizzo (quali ad esempio la riduzione delle tasse sulla differenziata);
- educazione della cittadinanza alla riduzione degli imballaggi, al riciclo e al riutilizzo;
- promozione dell’utilizzo acqua “del sindaco”, tramite l’installazione di fontanelle pubbliche a 3 getti (acqua normale, gasata e fresca, vedi libro “Nostra Eccellenza” pag 36), vuoti a rendere e tassazione vuoti a perdere;
- attivare una serie di provvedimenti per rendere più efficiente la rete idrica e quella
- incentivazione dei sistemi più efficienti di raccolta differenziata, con apertura di isole ecologiche per il conferimento di rifiuti speciali, prevedendo uno sconto sulla tassa rifiuti direttamente proporzionale alla quantità consegnata da ciascun cittadino;
- conversione degli automezzi comunali a metano, mentre per i nuovi prendere in considerazione l’acquisto di auto elettriche o ibride;
- installazione di pannelli fotovoltaici negli edifici comunali e contributi alle famiglie che vogliono investire nel fotovoltaico. Puntare al risparmio e all’efficienza energetica degli edifici anche attraverso importanti misure quali la sostituzione degli infissi e delle vecchie caldaie;
- nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni: previsione del doppio circuito, acqua potabile per gli usi alimentari e non potabile per gli altri usi, utilizzo dell’acqua piovana per gli sciacquoni, o quella dello scarico delle lavatrici;
- in generale, ispirarsi ai principi della bioedilizia per le nuove costruzioni (se necessarie) e le ristrutturazioni (preferibili).
Un’ amministrazione pubblica efficiente dovrebbe prevedere la figura di un consulente (formato tra il personale interno o assunto nel pieno rispetto della trasparenza della procedura di assunzione) in grado di analizzare la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale della pubblica amministrazione, redigendo una lista di soluzioni e di “buone pratiche” per i funzionari e gli amministratori:
- promuovere gli acquisti verdi, sia di beni (carta riciclata, carta igienica riciclata, prodotti sostenibili per l’ufficio in plastica riciclata, etc.) che di servizi, ovvero prevedere criteri aggiuntivi per gli appalti, che favoriscano collaborazioni con aziende virtuose che dimostrino di essere tali attraverso, ad esempio, le certificazioni (appalti verdi);
- procedere alla digitalizzazione delle procedure amministrative al fine di snellire e
- dimostrare una elevata responsabilità sociale nelle proprie politiche, sia nei confronti della cittadinanza (favorendo e preferendo il dialogo, il più possibile diretto, tra cittadini e amministrazione, per mezzo di incontri e consultazioni pubbliche) sia verso i propri funzionari (evitare forme contrattuali che favoriscono il precariato, tutela della maternità, etc.);
- istituire uno sportello informativo sulla sostenibilità, rivolto a cittadini ed imprese;
- redazione del bilancio di sostenibilità del Comune, strumento di comunicazione, rendicontazione e programmazione in grado di descrivere gli effetti delle politiche di sostenibilità adottate;
- effettuare un costante monitoraggio ambientale sul consumo del suolo, sul rischio idrogeologico e sul corretto smaltimento dei rifiuti tossici e pericolosi (quali ad esempio l’eternit), evitando che vengano abbandonati a cielo aperto.
A nostro avviso tutti questi obiettivi non possono prescindere da una corretta informazione e formazione dei cittadini e dei dipendenti comunali, al fine di rendere effettive tutte le buone prassi elencate e per diffondere questi comportamenti virtuosi.
In questo contesto ci permettiamo di inserire due ulteriori suggerimenti:
- istituzione e la diffusione di corsi per l’uso del software libero
che, a costi zero, consente l’accesso alle enormi risorse della Rete; l’utilizzo di software liberi (vedi Linux) nei computer della PA e degli istituti scolastici. Questo comporterà tra le altre cose una notevole riduzione dei costi; - il rifiuto di intrattenere collaborazioni e accordi di ogni forma e grado con le cosiddette “banche armate”, i cui sportelli sono presenti anche nel nostro territorio. La lista di queste banche è consultabile al sito: http://www.banchearmate.it/home.htm
- Un Comune sicuro
Crediamo che la sicurezza all’interno di un comune si costruisca e si sostanzi nel rispetto e nell’accoglienza di tutte le persone, riguardi ogni aspetto della vita, dall’incolumità fisica al benessere psicologico, e possa essere garantita solo da un tessuto sociale vivo, ricco di relazioni.
Pertanto sicurezza viene dalla presenza, in tutti i quartieri e le frazioni, delle Istituzioni, a partire dalla Scuola, dalla creazione e mantenimento di luoghi pubblici di aggregazione, dalla promozione di attività culturali e sportive .
Viene dalla promozione del confronto, delle conoscenze anche attraverso il perseguimento di obiettivi minimi come il potenziamento degli orari e dei servizi della Biblioteca.
Viene attraverso la riconquista di spazi e tempi dedicati a bambine/i, anziani, soggetti portatori di disabilità: dall’abbattimento delle barriere architettoniche che sono spesso i nostri marciapiedi alla possibilità per bambine/i, ragazzi/e, anziani di percorrere e vivere la strada come luogo sicuro e anche come luogo d’incontro, spazio ‘giocabile’.
Sicurezza è adoperarsi per eliminare le cause di emarginazione ed ingiustizia, muovendosi per garantire a tutti i diritti fondamentali quali il lavoro e la casa, non lasciandosi tentare da facili e demagogiche scorciatoie repressive.
Sicurezza è un ambiente salubre.
In questo contesto ci permettiamo di riconoscere l’importanza di due importanti istituti afferenti il Comune di Monselice: il Difensore Civico e la Commissione Pari Opportunità. Chiediamo a gran forza la massima visibilità di entrambi e la creazione dell’istituto del Pubblico Tutore per i minori.
In particolare chiediamo uno sforzo ed un sostegno alla Commissione Pari Opportunità affinché promuova all’interno del territorio comunale un’opera di monitoraggio del rischio che si sviluppino episodi di violenza contro le donne, di qualunque tipo, e una politica attiva di intervento sia in ambito educativo che di sensibilizzazione rispetto a queste tematiche, a cominciare dalle scuole di ogni ordine e grado del territorio.
Negli ultimi anni più volte la città di Monselice è stata “sporcata” da manifesti pubblicitari che hanno usato il corpo della donna, più o meno velatamente, per incuriosire il passante. Chiediamo al nuovo Sindaco, alla nuova amministrazione comunale e alla Commissione Pari Opportunità di prestare attenzione agli spazi pubblici e a non sottovalutare l’impatto che alcune pubblicità possono avere nel perpetrare stereotipi e visioni maschiliste del genere femminile.
- Un Comune amico di ambiente e animali
Il comune di Monselice si estende all’interno del Parco Colli, una zona ricca di storia e dall’inimitabile patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Compito di un Sindaco virtuoso, secondo noi, è quello di tutelare questo immenso patrimonio e, nel farlo, collaborare proficuamente con i comuni limitrofi.
Quella di Monselice è però una zona fortemente inquinata, a causa della presenza dei cementifici e del traffico molto intenso.
Una sorveglianza attenta affinché non vengano superati i limiti di emissione imposti dalla legge, ma soprattutto la verità e trasparenza delle rilevazioni ed il continuo dialogo con la cittadinanza e con i comitati ambientalisti suoi rappresentanti sono per noi fondamentali nell’intento di creare una Monselice in cui poter vivere bene.
A tutto questo si deve accompagnare una politica che affronti a 360° la questione ambientale, dal punto di vista della tutela e della valorizzazione degli spazi verdi e la creazione di nuovi parchi e giardini.
Nel territorio comunale è presente un canile municipale. Al futuro sindaco chiediamo maggiore attenzione nei confronti di questa realtà, e una politica in generale attenta al rispetto di tutti gli esseri viventi, in contrasto con le attuali tendenze rivolte al disboscamento e alla diffusione e liberalizzazione sconsiderata della caccia.
Ci permettiamo ancora di suggerire la creazione di “un bosco in città”, particolarmente utile per almeno tre diverse ragioni:
- consente di rifornire le falde acquifere grazie alla permeabilità della terra, a differenza di quanto accade con l’asfalto;
- contribuisce alla diminuzione dell’effetto serra grazie all’assorbimento di CO2;
- contribuisce alla riduzione delle temperature estive, a differenza di asfalto e cemento.
La nostra Associazione crede fermamente che la massiccia cementificazione realizzata nel territorio comunale in questi ultimi anni abbia condotto in una direzione diametralmente opposta alla concezione di Comune vivibile e sostenibile che abbiamo tutti in mente e che ci permettiamo di delineare in queste poche pagine. Un Comune al quale tutti noi aspiriamo, che ci consenta di vivere bene oggi e di lasciare alle generazioni future un luogo sano e felice in cui vivere.
- Un Comune amico delle Associazioni
La nostra Associazione, come molte altre nel territorio di Monselice, vive costantemente la problematica degli spazi. Manca una struttura comunale in cui realizzare le diverse iniziative pubbliche senza dover sopportare spese eccessive.
Chiediamo al futuro sindaco di impegnarsi nella creazione di uno spazio pubblico per le associazioni. Nel farlo ci permettiamo di suggerire la rivalorizzazione di spazi già esistenti, all’interno di una più ampia riqualificazione del patrimonio artistico monselicense.
In quanto Associazione di volontariato reputiamo penoso dover ricorrere ad estenuanti ed infinite burocrazie per riuscire a porre in essere le diverse iniziative culturali che ci prefiggiamo di realizzare. Essere volontari vuol dire dedicare il proprio tempo e le proprie energie nel portare avanti un progetto o una idea, una volta smessi i panni di lavoratore/trice, studente/ssa, etc. Crediamo fermamente nell’indispensabilità di un’ Amministrazione che sappia sostenere, appoggiare ma soprattutto DIALOGARE con le realtà associative e culturali del territorio. Un’Amministrazione lungimirante e illuminata nel considerare questo tipo di realtà come una grande risorsa. Un’ Amministrazione che metta a disposizione delle associazioni, dei comitati e dei gruppi informali tutte le risorse di cui dispone, visto che queste risorse comunque appartengono alla cittadinanza e a questa devono tornare arricchite del valore che le associazioni possono offrire.
Con risorse intendiamo solo in minima parte a quelle economiche. Molto di più contano le risorse umane, fisiche, la trasparenza nella gestione e un’ Amministrazione in grado di mettere in rete le varie realtà associative e culturali, artistiche, sportive e musicali.
- Un Comune di pace
La nostra Associazione, pur riconoscendo l’importanza dell’art. 2 dell’attuale Statuto comunale, reputa necessario un articolato più deciso in merito alla questione Pace e Diritti Umani. Per questo chiediamo l’inserimento di un diverso articolo, permettendoci di suggerire come esempio quello previsto dallo Statuto del comune di Vicenza:
Art. 2
Pace e cooperazione
1. Il Comune, in conformità ai principi costituzionali ed alle norme internazionali che riconoscono i diritti innati delle persone umane, sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e promuovono la cooperazione fra i popoli, riconosce nella pace un diritto fondamentale della persona e dei popoli.
2. A tal fine il Comune promuove una cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali e di ricerca, di educazione e di informazione, e con il sostegno alle associazioni che promuovono la solidarietà con le persone e con le popolazioni più povere.
3. Il Comune promuove l'inserimento degli immigrati e dei rifugiati politici nella comunità locale rimuovendo gli ostacoli che impediscono alle persone dimoranti nel territorio comunale di utilizzare i servizi essenziali offerti ai cittadini.
4. Il Comune, con riferimento alla "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" approvata dall'ONU, riconosce il valore della vita umana e promuove ogni iniziativa di concreta solidarietà verso ogni persona indipendentemente dalle sue condizioni fisiche, psichiche, economiche e sociali, dalle sue convinzioni politiche e religiose, dalla sua razza e dalla sua età.
Chiediamo inoltre al futuro sindaco, ai futuri assessori, alle forze dell’ordine e a tutti i funzionari comunali di rispettare questo fondamentale articolo e di realizzare delle politiche conformi se non superiori agli standard internazionali sui diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite.
In particolare chiediamo con forza una politica sociale di accoglienza e integrazione delle realtà che al nostro Comune, ma ancor prima al nostro Paese, chiedono asilo o più semplicemente aiuto. Politiche che rispettino le diversità etniche, sociali e culturali e ne facilitino l’integrazione in un clima di pace e accoglienza alla luce del suddetto articolato, si troverebbero in armonia con le convenzioni e dichiarazioni internazionali col Diritto Internazionale dei Diritti Umani.
È evidente che molte passate e presenti politiche nel nostro Comune si sono spinte nella direzione opposta a quella cui noi auspichiamo e suggeriamo in questa sede. Al dialogo e all’accoglienza si sono sostituite violenza e violazione dei diritti fondamentali che appartengono all’umanità tutta, ghettizzazioni e false promesse che hanno causato sfiducia e ulteriori difficoltà da parte degli accolti, e perplessità se non addirittura pregiudizio e reazioni violente da parte di chi, se facilitato nella comprensione del fenomeno, avrebbe potuto e dovuto accogliere.
La speranza della nostra Associazione e di tutte le persone che rappresentiamo è quella di non vedere più ripetersi certe politiche, così legate a concezioni tribali del territorio e del lavoro, che male si conciliano con quella che è la nostra odierna realtà: una società globale in un mondo globalizzato, una società multietnica in cui all’integrazione (di una cultura nell’altra) deve poter prevalere il multiculturalismo, ovvero l’avvicinamento e affiancamento delle diverse culture, nel pieno riconoscimento della dignità, importanze e del valore di ciascuna.
Il fenomeno migratorio non è più, oramai da decenni, un fenomeno emergenziale, e numerosissime famiglie straniere sono ormai perfettamente inserite nel contesto culturale, sociale e lavorativo del nostro Comune come nei comuni di tutta Italia. Molti bambini e bambine, ragazzi e ragazze che frequentano le scuole del nostro Comune e ne vivono i suoi spazi sono nati in suolo italiano e non hanno mai o quasi mai visitato i paesi di origine della propria famiglia. Vivono in Italia e in Italia sono cresciuti, parlano italiano e si sentono totalmente o in parte italiani. Quando arriveranno alla maggiore età, però, a differenza dei loro coetanei, con i quali hanno condiviso moltissime esperienze di vita, non potranno esprimere la propria preferenza elettorale, non potranno partecipare attivamente alla vita politica di quel Paese, o di quel Comune, che conoscono e che li ha visti nascere e crescere. Come hanno fatto molti comuni in Italia, tra i quali il Comune di Borgo San Lorenzo (provincia di Firenze), chiediamo con forza al futuro Sindaco di attribuire la cittadinanza onoraria a tutti gli studenti nati e cresciuti in Italia, come segno di un processo che deve trovare eco in tutta Italia, concretizzandosi finalmente in veri e propri atti normativi.
In questo periodo di crisi economica, ma contemporaneamente sociale, umana e spirituale, è importante che l’istituzione pubblica affronti con i giovani le tematiche della cittadinanza, del multiculturalismo, dell’amministrazione della cosa pubblica, della partecipazione sociale e della cittadinanza attiva, affinché i giovani non si sentano lontani e abbandonati dalla politica, ma sappiano comprendere l’importanza della condivisione di ideali e della necessità che ciascuno “faccia la propria parte” (come il colibrì che vola verso l’incendio invece che scappare, portando nel becco una piccola goccia di acqua, che assieme a tante altre può salvare la foresta).
Ci permettiamo infine di suggerire la creazione di partenariati e gemellaggi con Paesi del Sud del mondo.
In conclusione
UN COMUNE SENZA CONFINI
Un Comune che
pensa alla differenza di genere e alla diversità come una possibilità
per una nuova e più fruttuosa convivenza civile, come lo sviluppo di un
pensiero che sappia vedere e rispettare i propri confini, ma sia in
grado di superarsi e mescolarsi con l’altro.
Un Comune costruttore di
ponti per una nuova cultura di interazione tra i generi e tra i popoli
in cui ognuno possa sentirsi cittadino di Monselice e, insieme, del
mondo intero.
Il tema dell’interculturalità è oggi una questione
decisiva vista la centralità dei fenomeni migratori e del confronto tra
culture in questa fase dello sviluppo della società italiana e
mondiale. E’ una questione decisiva anche nel nostro territorio. Allora
si può scegliere di essere un territorio vasto (tanti territori
diversi) come segno di uno sconfinamento cercato per rendere ancora più
ricca l’esperienza di noi stessi e del mondo.
E’ necessario sviluppare
azioni positive e buone pratiche in favore delle giovani generazioni,
delle donne e degli uomini che hanno le loro radici i questo territorio
o che, perché migranti, le stanno ponendo qui; pratiche che
facilitino la capacità di relazionarsi dando spazio all’ascolto,
perché, attraverso l’ascolto dell’altro, arriviamo a noi stessi;
pratiche che consentano di accettare e attraversare – standoci con
pazienza – lo smarrimento, la mancanza, la difficoltà a capire per
cercare insieme lo spazio della libertà responsabile e della dignità
di ciascuno.
Pratiche che costituiscano concrete possibilità di
promozione della sicurezza con gli strumenti non delle inferriate o
delle ronde che creano muri, ma con quelli del potenziamento degli
spazi di aggregazione e confronto in ogni quartiere, del sostegno e
della promozione della vita associativa perché l’agire cooperativo è la
garanzia di una sicurezza a misura d’uomo fondata sul rispetto dell’
altro, sull’aiuto e il sostegno reciproco;
promozione
della lotta alla discriminazione sia essa legata al genere, all’età,
alla provenienza sociale o culturale perché ciascuno possa trovare
adeguati spazi di ascolto e di sostegno per la piena realizzazione del
proprio progetto di vita.
Auspichiamo che la nuova Amministrazione comunale sappia indirizzare le proprie politiche in questo senso. Da parte nostra continueremo a valutare con questo metro le politiche comunali passate, presenti e future.
A proposito di Revamping Italcementi
Tutto questo a volte risulta impegnativo per i produttori del Sud del Mondo, ma con tenacia ed entusiasmo riusciamo sempre ad unire le forze per questo scopo comune. Alla luce di questi sforzi, però, sarebbe ipocrita, da parte nostra, non pretendere lo stesso impegno dai produttori del Nord del Mondo.
E' per questo che abbiamo deciso di partecipare al dibattito pubblico che si è svolto a Monselice nel 2010 e che continua ancora oggi (prima contro la proposta, ora in seguito alla sentenza del Tar che blocca per il momento la questione) attraverso un intervento su Il Mattino di Padova e la raccolta di diffide.
Di seguito pubblichiamo l'articolo (scritto assieme alle Botteghe della Bassa) e il testo della diffida.
IL MATTINO DI PADOVA VENERDÌ, 02 LUGLIO 2010
C’È BISOGNO DI UNO SVILUPPO RISPETTOSO
ASSOCIAZIONI / IL COLIBRÌ DI MONSELICE / LA BILANCIA DI ESTE / MILLESOLI DI CONSELVE / E L’ARCOBALENO DI SOLESINO
Noi volontari delle botteghe di commercio equo e solidale vogliamo condividere alcune riflessioni sui progetti che coinvolgono il territorio di Monselice. Coltiviamo un sogno dagli ideali forti (uguaglianza, libertà, solidarietà, rispetto della dignità umana), che cerchiamo di perseguire con un nuovo modello di sviluppo fondato su commercio equo, consumo critico, sostenibilità e sobrietà degli stili di vita.
La carta dei principi cui aderiamo ci impegna a sostenere la salvaguardia dell’ambiente in quanto diritto umano alla salute, preoccupati del benessere delle generazioni future. Il Commercio equo si propone di favorire nel Mondo realtà produttive rispettose della salute di lavoratori, terra, aria e acqua.
E nel nostro territorio? Anche qui lavoriamo per raggiungere questo obiettivo. Per questo sollecitiamo tutti i cittadini, gli amministratori e l’Italcementi stessa a riflettere a lungo sul revamping. Una riflessione che non si limiti alla scelta radicale tra ambiente e lavoro, ma che vada oltre questi due valori per nulla antitetici, ponendosi da una prospettiva diversa: quale società vogliamo? quale ruolo vi ricoprirà il cemento? come possiamo costruire nel nostro territorio un futuro davvero rispettoso della salute, della solidarietà e della dignità dell’uomo?
Italcementi con il revamping continuerà a produrre, seppur ridotto, inquinamento dell’aria per ben altri 25 anni. Crediamo che un futuro migliore per tutti passi attraverso una scelta diversa:la riduzione e dismissione a breve degli impianti ad alto impatto ambientale, una diversa politica abitativa, uno sviluppo del territorio in controtendenza rispetto al modello della cementificazione sproporzionata. E’ fondamentale che all’impegno di ciascuno per stili di vita più sobri si affianchino scelte coraggiose e lungimiranti di chi è stato eletto: politiche virtuose, ad esempio, che indirizzino verso l’abitazione delle case sfitte senza costruirne di nuove, l’utilizzo dei capannoni vuoti delle zone industriali, l’incentivazione dei mezzi pubblici e non la costruzione di nuove strade e viadotti come soluzione al traffico.
Dunque l’amministrazione comunale deve ricercare opportunità produttive e lavorative da insediare in zone già predisposte con l’obiettivo prioritario di non consumare ancora beni comuni quali l’aria, l’acqua e la terra. Siamo per un ambiente vivo e per il benessere delle persone che esso ospita e crediamo che i mezzi per realizzare il benessere collettivo esistano: solidarietà con la nostra terra, con il diritto alla salute e con il diritto al lavoro per tutti i cittadini che nel territorio e del territorio vivono.
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Ecco di seguito il testo della diffida:
(Comune residenza) ……….…………………………, il ……………………….
Raccomandata a.r
Gent. Sig.ra Presidente della Provincia di Padova
Spett. le Italcementi S.p.A.
Egr. Sig.Sindaco del Comune di Monselice
La/Il sottoscritt .. ...................................................................., nat…. a ................................................
il ...... /....... /.........., residente in ………………..…… via .................................................................n........
premesso che
L’azienda Italcementi S.p.A. Cementeria di Monselice, ha presentato alla Provincia di Padova in data 17/03/2010 domanda di VIA (Prot. Prov. N. 44499) e domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (Prot. Prov. N. 44495) per un progetto di “Adeguamento tecnologico alle migliori tecniche disponibili” degli impianti della cementeria Italcementi di Monselice – denominato “Revamping”.
La/Il sottoscritt… risiede in area limitrofa alla realizzazione del nuovo impianto ed è, pertanto, titolare di diritto dominicale su porzioni di territorio incluse nell'ambito oggettivo e spaziale di operatività dell’impianto;
L’impianto, che si chiede venga assentito, :
1. insistein un’area dove sono presenti: 3 Cementifici – 2 Discariche – 1 Impianto Trattamento Ceneri provenienti dagli Inceneritori - Cogeneratori A Olio – Distillerie – Antenne – Mangimifici , dove sono concrete le proposte di costruire un nuovo Inceneritore di rifiuti a Sant’urbano, diversi inceneritori di pollina e deiezioni animali, decine di impianti di cogenerazione a biomasse e di utilizzare CDR come combustibile nei cementifici;
2. confligge con l’art.19, comma 1, lettera “c” delle NTA del Piano Ambientale del Parco Colli Euganei che definisce incompatibili con il Parco “gli impianti produttivi ad alto impatto ambientale, quali le cementerie” e con l’art. n. 19, comma 3, del Piano Ambientale;
3. avrebbe un pesante l’impatto paesaggistico. La torre di produzione con annessa ciminiera, alta 122 metri s.l.m. determinerebbe un forte impatto visivo, modificando in maniera significativa la leggibilità del paesaggio, non solo di Monselice, ma di un’area molto vasta, comprendente anche i Comuni limitrofi;
4. comporta un intervento che ha ripercussioni su un’area vasta comprendente diversi Comuni, la cui operazione, a partire dall’estate 2009, è stata gestita unicamente dal Sindaco di Monselice in rapporto diretto con Italcementi S.p.A., senza alcun coinvolgimento istituzionale degli altri enti, senza alcuna relazione con i portatori d’interesse;
5. promette una riduzione degli inquinanti tradizionali, ma nella relazione presentata sisorvola sulle informazioni relative agli altri inquinanti, come le diossine, il mercurio, il tallio, il cadmio etc. enon si considera che l’impatto emissivo resterebbe comunque molto elevato per altri 25-30 anni. Non si affronta il problema delle micropolveriche i filtri, per quanto moderni, non possono bloccare.
6. prevede l’uso di 100.000 t/a di Pet-coke,come combustibile per il nuovo forno. Il Pet-coke è un derivato dai processi di raffinazione del petrolio, che da scarto, considerato tossico e nocivo, è divenuto un combustibile solo in virtù di un Decreto Legge.
7. considera l’uso dirifiuti d’ogni genere, come parte integrante del processo produttivo. Poi, al di là delle rassicurazioni, il rischio di vederli utilizzati come combustibile rimane altissimo, visto che Italcementi sta usando CDR (combustibile derivato da rifiuti) in molti suoi stabilimenti.
Alla/Al sottoscritt… appare evidente che l’assenso a un siffatto impianto costituisca anzitutto una violazione:
· delle norme del Piano Ambientale del Parco, dato chenei fatti si tratta di una nuova costruzione. Se tutti i cittadini residenti nel Parco, sono obbligati al rispetto di queste norme, altrettanto deve valere per una multinazionale.
· dei principi costituzionali posti a tutela dell’ambiente, del territorio e della salute.
In sostanza l’impianto creerà per vari motivi, dal momento della sua approvazione, una notevole diminuzione del valore venale dei beni immobili presenti nell’area. Dopo la suaapprovazione, i proprietari di tali beni avranno pertanto diritto a richiedere e a conseguire adItalcementi S.p.A. ed eventualmente agli enti in indirizzo, l’indennità e il risarcimento del danno cagionato dalla diminuzione del valore venale dei loro beni, e il completo ristoro che le immissioni moleste produrranno alla salute degli stessi, non ultimo il risarcimento del danno biologico eventualmente arrecato.
Tutto ciò premesso, con la presente si:
DIFFIDA
- l'Amministrazione della Provincia di Padova, a non autorizzare il progetto di realizzazione di questo nuovo impianto richiesto da Italcementi S.p.A;
- l'Amministrazione della Provincia di Padova,il Comune di Monselice, l’Ente Parco dei Colli Euganei,.a non autorizzare costruzioni in contrasto con le norme vigenti e si fa riserva di segnalare tale evenienza alla Procura della Repubblica competente;
- Italcementi S.p.Ain persona del legale rappresentante pro tempore, a non realizzare l'impianto in oggetto;
fa istanza
- di accesso, ai sensi dell’art. 22 L. n. 241/90, alla documentazione inerente alla domanda in oggetto, poiché la sottoscritta è titolare di un interesse diretto, concreto ed attuale, per le motivazioni sopra esposte, riservandosi, in caso di silenzio da parte della Pubblica Amministrazione superiore a trenta giorni, di presentare ricorso agli organi di giustizia amministrativa competenti;
chiede di
- essere informat…, in qualità di interessata e titolare di un diritto suscettibile di essere pregiudicato dal provvedimento amministrativo ai sensi dell’art. 7 l. 241/90, di ogni atto relativo al procedimento amministrativo per l’autorizzazione all’impianto in oggetto;
- essere informat… del nomedel responsabile del procedimento,
- prendere visione ed estrarre copia degli atti del procedimento, riservandosi di presentare memorie scritte e produrre documenti;
- essere sentit… nel procedimento stesso per esporre le proprie ragioni e tutelare già in sede procedimentale i diritti soggettivi di cui è titolare;
- intervenire nel procedimento per l’approvazione dell’impianto di Italcementi S.p.A.
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firma
La Monselice che vorremmo: un Comune equo e solidale
In occasione delle elezioni comunali del 2009, la nostra Associazione ha presentato ai cinque candidati sindaco un documento che riassume in pochi punti le caratteristiche che, secondo noi, Monselice dovrebbe avere per essere un Comune virtuoso.Riportiamo qui di seguito il documento in questione, al quale purtroppo solo il candidato di centro-sinistra ha risposto.
Alla fine del documento riportiamo anche un articolo in merito, apparso su Il Mattino di Padova.
Ai candidati sindaco
per le elezioni amministrative 2009 del comune
di Monselice
Ai/alle cittadini/e di Monselice
LA MONSELICE CHE VORREMMO:
UN COMUNE EQUO E SOLIDALE
L’Associazione di volontariato “Il Colibrì – Tutti i colori del Mondo” opera da cinque anni per la promozione di un Commercio Equo e Solidale nel territorio del Comune di Monselice. Le attività della nostra Associazione spaziano dalla gestione della Bottega del Mondo “Il Colibrì” con sede in via Roma 26, alla realizzazione di incontri culturali, fra cui gli incontri con i produttori del Sud. A questo si aggiungono gli interventi nelle scuole, affinché i ragazzi, prendendo coscienza delle discriminazioni e ineguaglianze che caratterizzano il commercio tradizionale, operino scelte critiche e consapevoli.
La cooperazione con i Paesi del Sud del Mondo è la nostra finalità principale, consci, però, che un rapporto equo e solidale mette innanzitutto in discussione il Nord del mondo, e consci, inoltre, che non possiamo esimerci dal considerare tutti i “Sud”: vicini e lontani, geografici, sociali e culturali.
E’ per questo perciò che intendiamo promuovere, anche nella nostra realtà territoriale, una cultura di eguaglianza tra gli individui, di sviluppo sostenibile, di rispetto per l’ambiente e di conoscenza e scambio con le altre culture.
È per questi semplici ma fondamentali motivi che la nostra Associazione presenta ai candidati Sindaco per il Comune di Monselice e alla cittadinanza questo documento che riporta le nostre richieste e proposte alla nuova amministrazione comunale, nella piena disponibilità da parte nostra a collaborare per raggiungere, assieme, quelli che secondo noi sono obiettivi fondamentali per la realizzazione di un Comune Equo e Solidale.
“Abbiamo sogni, utopie, strategie, entusiasmo. Al primo posto di ogni politica, anche in un paese piccolo, non possono che esserci ambiente, rapporti con il Sud del Mondo e un modo diverso di consumare” Sandro Sbarbati, sindaco nel 1999 del comune di Monsano (Ancona).
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Un Comune che promuove il commercio equo e solidale
Il Commercio Equo e Solidale (Comes) nasce negli anni ‘60 con lo scopo, a tutt’oggi invariato, di realizzare un commercio più giusto nei confronti dei numerosi artigiani e contadini del Sud del Mondo, sottoposti a regole di mercato che comportano lo sfruttamento del loro lavoro e quello delle risorse naturali dei loro Paesi.
Il Commercio Equo e Solidale opera secondo regole stabilite a livello internazionale, garantendo:
- una più equa retribuzione dei produttori, commisurata al lavoro effettivo svolto e alla situazione socio-economica dell’area in cui il lavoratore risiede;
- continuità nei rapporti tra produttori e centrali di importazione: contratti pluriennali, pagamenti anticipati ai produttori e prezzi il più possibile stabili nel tempo;
- riduzione al minimo dei passaggi commerciali tra produttore e consumatore finale;
- prezzi trasparenti per i consumatori finali;
- rispetto delle tecniche di produzione artigianali, dell’ambiente e sviluppo della coltivazione biologica;
- microcredito.
Il Commercio Equo e Solidale è presente in Italia dagli anni ‘80, diffuso a livello territoriale in maniera capillare grazie alla presenza di oltre 600 Botteghe del Mondo, per lo più gestite da volontari. Alcuni prodotti del Comes sono oggi presenti anche in alcuni noti supermercati.
Per una maggiore promozione e diffusione del commercio equo e solidale a Monselice chiediamo alla nuova amministrazione comunale:
1) Il consumo di banane del Commercio equo nelle mense scolastiche del territorio comunale.
Assieme al commercio del cotone, quello delle banane è il commercio più “sporco”, in riferimento all’uso di pesticidi durante le fasi della coltivazione.
In modo particolare, nelle piantagioni di banano in Africa, Asia e America Latina i fertilizzanti vengono irrorati per mezzo di aerei che sovrastano le piantagioni mentre i lavoratori si trovano al lavoro all’interno, privi di qualunque protezione. Sono centinaia in tutto il mondo i casi di lavoratori ammalati di tumore o resi sterili dall’utilizzo massiccio di pesticidi, alcuni dei quali banditi dai paesi sviluppati perché troppo dannosi alla salute, non solo dei coltivatori ma anche dei consumatori.
Ma i problemi legati al commercio tradizionale delle banane (un commercio che vede circolare 66 milioni di tonnellate di banane ogni anno) non finiscono con la questione dei pesticidi: per ogni banana venduta, nel commercio tradizionale i lavoratori guadagnano solo il 3% del prezzo finale. Rapporto che sale al 9% per le banane del commercio equo a lotta integrata, e del 12% per quelle biologiche.
Per maggiori approfondimenti sulla questione della produzione e del commercio delle banane rimandiamo alla bibliografia allegata a questo documento.
La nostra richiesta è che gli istituti scolastici del territorio comunale offrano ai ragazzi banane del Commercio Equo.
2) Distributori automatici
L’auspicio della nostra Associazione è che il Comune, le singole Pubbliche Amministrazioni e gli istituti scolastici si dotino di distributori automatici per bevande, caffè e snacks del Comes. Portiamo come esempio quanto realizzato all’istituto “J.F. Kennedy”, ma suggeriamo anche di consultare il sito www.equosolda.it.
Un Comune a chilometri zero
Il rispetto per il lavoro non può e non deve riguardare solo i produttori del Sud del Mondo. Il modello economico e commerciale oggi dominante (che si sta rivelando in tutta la sua precarietà e inaffidabilità) si basa sulla divisione del processo produttivo e commerciale tra moltissimi intermediari. Ne consegue che il prezzo finale pagato dal consumatore si “perde” in spese di immagazzinamento, stoccaggio, distribuzione, commercio, intermediazione e pubblicità, e al produttore iniziale (che evidentemente è colui che realizza il prodotto, o ne fornisce la materia prima) resta ben poco.
Questa ingiustizia coinvolge i produttori un po’ ovunque nel mondo.
Nei confronti dei paesi del Sud del mondo un grande impegno del commercio equo è quello di ridurre le intermediazioni, e di pagare un prezzo equo ai produttori. A livello locale, la migliore risposta a questa esigenza è il GAS, Gruppo di Acquisto Solidale. I GAS consistono in gruppi di persone che si uniscono per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari e non, da ridistribuire tra loro, incoraggiando il consumo di prodotti locali, abbattendo così l’inquinamento e i costi. GAS vuol dire quindi risparmio per il consumatore, ma nell’accezione più comune vuol dire anche ricerca della qualità e quindi predilezione per l’agricoltura biologica o comunque per metodi di produzione a basso impatto ambientale, che rispettino la salute dei consumatori e dell’ambiente.
Prediligere i prodotti locali significa sempre tutela della biodiversità, e spesso rispetto e recupero delle culture tradizionali della zona e dei metodi tradizionali di coltivazione, che rischiano di essere altrimenti perdute dalla tendenza all’uniformità del mercato tradizionale.
Lo scambio tra produttori e consumatori nei GAS è diretto, in quanto i consumatori possono, molto più facilmente che nel mercato tradizionale, ”giudicare” la bontà dell’attività del produttore e la qualità della sua produzione.
Nel nostro comune esiste già una buona iniziativa di vendita diretta produttore-consumatore, e riteniamo sia un buon passo nella giusta direzione, ma un GAS è molto di più… si tratta di acquisto SOLIDALE, il che comporta uno scambio e una crescita comune tra i partecipanti, condividendo esperienze e desideri, definendo insieme i criteri delle scelte di consumo e di vita.
Crediamo che un’amministrazione che desideri un Comune ed un mondo diversi non possa che sostenere e incentivare la realizzazione di GAS a livello territoriale.
A questo proposito chiediamo che:
il nostro comune diventi uno dei comuni in cui non si producono e consumano OGM (Monselice comune non-transgenico)
La nostra proposta si spinge un po’ oltre, suggerendo alla futura amministrazione una partnership con i produttori locali al fine di agevolare un utilizzo dei loro prodotti nelle mense degli istituti scolastici comunali.
La nostra Associazione considera positivamente la presenza a Monselice di un distributore di latte alla spina. Iniziative come queste aiutano i produttori locali e salvaguardano l’ambiente abbattendo lo scarto di imballaggio e quindi la creazione di rifiuti. Chiediamo al futuro sindaco di incentivare l’installazione di questi distributori a livello territoriale, in particolar modo nelle periferie di Monselice, e di pubblicizzare tra i cittadini l’importanza di questa iniziativa.
Un Comune ad imballaggi ridotti
Quello degli imballaggi è un problema grave che affligge in un modo o nell’altro tutti i Paesi del mondo, soprattutto quelli più “sviluppati”, dove gli orti familiari hanno ceduto il passo alle gite familiari al supermercato.
Ad onor del vero quello degli imballaggi è un tallone d’Achille anche per il Commercio Equo, dato che i prodotti commercializzati devono rispettare tutta una serie di normative che impongono, tra le altre cose, l’utilizzo di confezionamenti.
La nostra Associazione è fiera di ospitare all’interno della Bottega “Il Colibrì” i detersivi alla spina Lympha. Scegliere l’acquisto di questi detersivi significa:
- ridurre l’utilizzo di imballaggi in quanto lo stesso contenitore viene ricaricato ogni volta;
- ridurre l’impatto ambientale in quanto i detersivi Lympha sono ecologici;
- sostenere progetti del commercio equo e solidale, in modo particolare la salvaguardia della Foresta Amazzonica.
Un comune virtuoso, secondo noi, dovrebbe promuovere la riduzione degli imballaggi, continuando sulla strada dei distributori automatici di latte alla spina e sostenendo altre iniziative di questo tipo per tutti i prodotti che possono prevedere una vendita alla spina.
Un Comune su due ruote
Un comune vivibile, secondo noi, non può prescindere dalla presenza di una rete (estesa, ben curata, sicura e … intelligente!) di piste ciclabili.
Ci permettiamo di elencare alcuni dei vantaggi che questo può comportare:
- una diminuzione del traffico a tutte le ore del giorno e della notte;
- la conseguente riduzione dell’inquinamento;
- la possibilità per i cittadini di godere appieno del proprio Comune;
- la possibilità per i ragazzi di raggiungere la scuola, il parco e gli amici autonomamente.
Suggeriamo al futuro sindaco di aderire al Manifesto delle Città Slow.
Nelle Città Slow:
- si attua una politica ambientale tendente a mantenere e sviluppare le caratteristiche del territorio e del tessuto urbano, valorizzando in primo luogo le tecniche del recupero e del riuso;
- si attua una politica delle infrastrutture che sia funzionale alla valorizzazione del territorio, e non alla sua occupazione;
- si promuove un uso delle tecnologie orientato a migliorare la qualità dell’ambiente e del tessuto urbano.
Il comune di Monselice ha istituito il Consiglio Comunale dei Ragazzi. Questo importante strumento di partecipazione attiva dei bambini e dei ragazzi (così come sancita dalla Convenzione Internazionale sui diritti del bambino del 1989) è una strumento indispensabile per un Comune virtuoso.
Suggeriamo al futuro sindaco di prevedere consultazioni periodiche con il CCR, soprattutto in materia urbanistica e ambientale. Naturalmente è indispensabile che i progetti promossi dai bambini e ragazzi siano tenute in grande considerazione dal Consiglio Comunale degli adulti.
In questa sede ci permettiamo inoltre di suggerire al futuro sindaco di incentivare nelle famiglie l’uso dei mezzi pubblici, e in particolare l’utilizzo degli scuolabus o dei piedi bus nelle scuole.
Un Comune sostenibile
Promozione di stili di vita e di consumo più sostenibili
Seppure rivoluzionaria, quella del Comes è una forma di commercio. La nostra Associazione ha però dimostrato di recente, attraverso una serie di incontri organizzati dalle diverse Botteghe del Mondo presenti nella Bassa Padovana, che il commercio equo può abbracciare, senza creare paradossi, tematiche come quella della sobrietà.
Sobrietà e consumi più sostenibili sono fondamentali per il rispetto di quei principi cari anche al commercio equo, come la tutela dell’ambiente, delle classi sociali più svantaggiate e in generale per una vivibilità e sostenibilità che ci consenta di vivere, tutti quanti, in maniera dignitosa nel “poco” spazio che il pianeta Terra ci offre, rispettandolo senza impoverirlo, per garantire la sopravvivenza delle future generazioni.
Crediamo che un sindaco virtuoso, e quindi un comune virtuoso, debba indirizzare la sua azione (e l’azione dei funzionari dei suoi uffici) nel rispetto di alcune semplici pratiche:
- limitare gli sprechi di carta, luce ed energia negli uffici della PA;
- utilizzare il più possibile carta riciclata o almeno carta FSC - Forest Stewardship Council (http://www.fsc-italia.it/);
- utilizzare lampadine a risparmio energetico, rubinetti con frangiflusso e doppio scarico per i sanitari;
- praticare la raccolta differenziata;
- porre attenzione alla regolazione del riscaldamento.
Un’ amministrazione pubblica efficiente dovrebbe prevedere la figura di un consulente in grado di analizzare i consumi energetici degli uffici comunali e redigere una lista di soluzioni e di “buone pratiche” per i funzionari. Ricordiamo che a risparmio energetico corrisponde risparmio economico.
Sono molti i comuni virtuosi, in Italia, distintisi per le politiche a favore del risparmio energetico:
- il comune di Trezzano Rosa (Milano) ha rifatto l’impianto di illuminazione servendosi delle nuove tecnologie in materia di risparmio energetico. Per farlo, inoltre, non ha supportato costi: si è servito di un finanziamento tramite terzi (le cosiddette ESCO).
- Cremona si è invece servita del finanziamento tramite terzi per il risparmio energetico in ambito di riscaldamento: i consumi si sono abbassati del 20%.
- Il comune di Provaglio d’Iseo (BS) ha realizzato il progetto “fotovoltaico facile” donando a 200 famiglie altrettanti pannelli solari.
(http://www.ags-spa.it/index.php?dir=news&file=notizia&id=21)
Ma ancora:
- Rendere obbligatoria la certificazione energetica degli edifici, per la costruzione o la compravendita di immobili, come da Dlgs 192/2005 (prima delle modifiche dell’attuale governo);
- la diffusione di compostiere per il cosiddetto “scarto umido”. Con incentivi reali e trasparenti per chi se ne fornisce (incentivi che possono voler dire anche riduzione delle tasse sulla differenziata);
- educazione della cittadinanza alla riduzione degli imballaggi, al riciclo e al riutilizzo;
- promozione dell’utilizzo acqua “del sindaco”, tramite l’installazione di fontanelle pubbliche a 3 getti (acqua normale, gasata e fresca, vedi libro “Nostra Eccellenza” pag 36), vuoti a rendere e tassazione vuoti a perdere;
- incentivazione dei sistemi più efficienti di raccolta differenziata, con apertura di un’isola ecologica (magari con sconto sulla tassa rifiuti in base a quanto ciascuno porta);
- conversione degli automezzi comunali a metano, per i nuovi prendere in considerazione l’acquisto di auto elettriche o ibride ;
- installazione di pannelli fotovoltaici negli edifici comunali;
- nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni: obbligo del doppio circuito, acqua potabile per gli usi alimentari e non potabile per gli altri usi; obbligo di usare l’acqua piovana per gli sciacquoni, o quella dello scarico delle lavatrici.
In questo contesto ci permettiamo di inserire due ulteriori suggerimenti:
-
istituzione e la diffusione di corsi per l’ uso
del software libero
che, a costi zero, consente l’accesso alle enormi risorse della Rete;
l’utilizzo di software liberi (vedi Linux) nei computer della PA e degli
istituti scolastici. Questo comporterà tra le altre cose una notevole riduzione
dei costi;
- il rifiuto di ricevere denaro o collaborazioni di ogni forma e grado da parte delle cosiddette “banche armate”, i cui sportelli sono presenti anche nel nostro territorio. La lista di queste banche è consultabile al sito: http://www.banchearmate.it/home.htm
Un Comune sicuro
Crediamo che la sicurezza all’interno di un comune si costruisca e si sostanzi nel rispetto e nell’accoglienza di tutte le persone, riguardi ogni aspetto della vita, dall’incolumità fisica al benessere psicologico, e possa essere garantita solo da un tessuto sociale vivo, ricco di relazioni.
Pertanto sicurezza viene dalla presenza, in tutti i quartieri e le frazioni, delle Istituzioni, a partire dalla Scuola, dalla creazione e mantenimento di luoghi pubblici di aggregazione, dalla promozione di attività culturali e sportive .
Viene dalla promozione del confronto, delle conoscenze anche attraverso il perseguimento di obiettivi minimi come il potenziamento degli orari e dei servizi della Biblioteca.
Viene attraverso la riconquista di spazi e tempi dedicati a bambine/i, anziani, soggetti portatori di disabilità: dall’abbattimento delle barriere architettoniche che sono spesso i nostri marciapiedi alla possibilità per bambine/i, ragazzi/e, anziani di percorrere e vivere la strada come luogo sicuro e anche come luogo d’incontro, spazio ‘giocabile’.
Sicurezza è adoprarsi per eliminare le cause di emarginazione ed ingiustizia, muovendosi per garantire a tutti i diritti fondamentali quali il lavoro e la casa, non lasciandosi tentare da facili e demagogiche scorciatoie repressive.
Sicurezza è un ambiente salubre.
Un Comune amico di ambiente e animali
Il comune di Monselice si estende all’interno del Parco Colli, una zona ricca di storia e dall’inimitabile patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Compito di un Sindaco virtuoso, secondo noi, è quello di tutelare questo immenso patrimonio e, nel farlo, collaborare proficuamente con i comuni limitrofi.
Quella di Monselice è però una zona fortemente inquinata, a causa della presenza dei due cementifici e del traffico molto intenso.
Una sorveglianza attenta affinché non vengano superati i limiti di emissione imposti dalla legge, ma soprattutto la verità e trasparenza delle rilevazioni ed il continuo dialogo con la cittadinanza e con i comitati ambientalisti suoi rappresentanti sono per noi fondamentali nell’intento di creare una Monselice in cui poter vivere bene.
A tutto questo si deve accompagnare una politica che affronti a 360° la questione ambientale, dal punto di vista della tutela e della valorizzazione degli spazi verdi e la creazione di nuovi parchi e giardini.
Nel territorio comunale è presente un canile municipale. Al nuovo sindaco chiediamo maggiore attenzione nei confronti di questa realtà, e una politica in generale attenta al rispetto di tutti gli esseri viventi, in contrasto con le attuali tendenze rivolte al disboscamento e alla diffusione e liberalizzazione sconsiderata della caccia.
Ci permettiamo ancora di suggerire la creazione di “un bosco in città”, particolarmente utile per almeno tre diverse ragioni:
1) consente di rifornire le falde acquifere grazie alla permeabilità della terra, a differenza di quanto accade con l’asfalto;
2) contribuisce alla diminuzione dell’effetto serra grazie all’assorbimento di CO2;
3) contribuisce alla riduzione delle temperature estive, a differenza di asfalto e cemento.
La nostra Associazione crede fermamente che la massiccia cementificazione realizzata nel territorio comunale in questi ultimi anni abbia condotto in una direzione diametralmente opposta alla concezione di Comune vivibile e sostenibile che abbiamo tutti in mente e che ci permettiamo di delineare in queste poche pagine. Un Comune al quale tutti noi aspiriamo, che ci consenta di vivere bene oggi e di lasciare alle generazioni future un luogo sano e felice in cui vivere.
Un Comune amico delle Associazioni
La nostra Associazione, come molte altre nel territorio di Monselice, vive costantemente la problematica degli spazi. Manca una struttura comunale in cui realizzare le diverse iniziative pubbliche senza dover sopportare spese eccessive.
Chiediamo al futuro sindaco di impegnarsi nella creazione di uno spazio pubblico per le associazioni. Nel farlo ci permettiamo di suggerire la rivalorizzazione di spazi già esistenti, all’interno di una più ampia riqualificazione del patrimonio artistico monselicense.
In quanto Associazione di volontariato reputiamo penoso dover ricorrere ad estenuanti ed infinite burocrazie per riuscire a porre in essere le diverse iniziative culturali che ci prefiggiamo di realizzare. Essere volontari vuol dire dedicare il proprio tempo e le proprie energie nel portare avanti un progetto o una idea, una volta smessi i panni di lavoratore/trice, studente/ssa, etc. Crediamo fermamente nell’indispensabilità di un’ Amministrazione che sappia sostenere, appoggiare ma soprattutto DIALOGARE con le realtà associative e culturali del territorio. Un’ Amministrazione lungimirante e illuminata nel considerare questo tipo di realtà come una grande risorsa. Un’ Amministrazione che metta a disposizione delle associazioni, dei comitati e dei gruppi informali tutte le risorse di cui dispone, visto che queste risorse comunque appartengono alla cittadinanza e a questa devono tornare arricchite del valore che le associazioni possono offrire.
Con risorse intendiamo solo in minima parte a quelle economiche. Molto di più contano le risorse umane, fisiche, la trasparenza nella gestione e un’ Amministrazione in grado di mettere in rete le varie realtà associative e culturali, artistiche, sportive e musicali.
Un Comune di pace
La nostra Associazione, pur riconoscendo l’importanza dell’art. 2 dell’attuale Statuto comunale, reputa necessario un articolato più deciso in merito alla questione Pace e Diritti Umani. Per questo chiediamo l’inserimento di un diverso articolo, permettendoci di suggerire come esempio quello previsto dallo Statuto del comune di Vicenza:
Art. 2
Pace e cooperazione
1. Il Comune, in conformità ai principi costituzionali ed alle norme internazionali che riconoscono i diritti innati delle persone umane, sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e promuovono la cooperazione fra i popoli, riconosce nella pace un diritto fondamentale della persona e dei popoli.
2. A tal fine il Comune promuove una cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali e di ricerca, di educazione e di informazione, e con il sostegno alle associazioni che promuovono la solidarietà con le persone e con le popolazioni più povere.
3. Il Comune promuove l'inserimento degli immigrati e dei rifugiati politici nella comunità locale rimuovendo gli ostacoli che impediscono alle persone dimoranti nel territorio comunale di utilizzare i servizi essenziali offerti ai cittadini.
4. Il Comune, con riferimento alla "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" approvata dall'ONU, riconosce il valore della vita umana e promuove ogni iniziativa di concreta solidarietà verso ogni persona indipendentemente dalle sue condizioni fisiche, psichiche, economiche e sociali, dalle sue convinzioni politiche e religiose, dalla sua razza e dalla sua età.
Chiediamo inoltre al futuro sindaco, ai futuri assessori, alle forze dell’ordine e a tutti i funzionari comunali di rispettare questo fondamentale articolo e di realizzare delle politiche conformi se non superiori agli standard internazionali sui diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite.
In particolare chiediamo con forza una politica sociale di accoglienza e integrazione delle realtà che al nostro Comune, ma ancor prima al nostro Paese, chiedono asilo o più semplicemente aiuto. Politiche che rispettino le diversità etniche, sociali e culturali e ne facilitino l’integrazione in un clima di pace e accoglienza alla luce del suddetto articolato, si troverebbero in armonia con le convenzioni e dichiarazioni internazionali col Diritto Internazionale dei Diritti Umani.
È evidente che molte passate e presenti politiche nel nostro Comune si sono spinte nella direzione opposta a quella cui noi auspichiamo e suggeriamo in questa sede. Al dialogo e all’accoglienza si sono sostituite violenza e violazione dei diritti fondamentali che appartengono all’umanità tutta.
La speranza della nostra Associazione e di tutte le persone che rappresentiamo è quella di non vedere più ripetersi certe politiche, così legate a concezioni tribali del territorio e del lavoro, che male si conciliano con quella che è la nostra odierna realtà: una società globale in un mondo globalizzato.
Ci permettiamo ancora di suggerire la creazione di partenariati e gemellaggi con Paesi del Sud del mondo.
Nell’intenzione di non escludere nessuna realtà, il Colibrì tiene in ogni caso particolarmente a quella del popolo Saharawi, e chiede alla futura amministrazione di intraprendere azioni positive a sostegno di questo popolo, anche nei consessi internazionali. Suggeriamo in particolare l’accoglienza dei bambini Saharawi da parte delle famiglie del nostro Comune durante il periodo estivo.
In conclusione
UN COMUNE SENZA CONFINI
Un Comune che
pensa alla differenza di genere e alla diversità come una possibilità
per una nuova e più fruttuosa convivenza civile, come lo sviluppo di un
pensiero che sappia vedere e rispettare i propri confini, ma sia in
grado di superarsi e mescolarsi con l’altro.
Un Comune costruttore
di
ponti per una nuova cultura di interazione tra i generi e tra i popoli
in cui ognuno possa sentirsi cittadino di Monselice e, insieme, del
mondo intero.
Il tema
dell’interculturalità è oggi una questione
decisiva vista la centralità dei fenomeni migratori e del confronto tra
culture in questa fase dello sviluppo della società italiana e
mondiale. E’ una questione decisiva anche nel nostro territorio. Allora
si può scegliere di essere un territorio vasto (tanti territori
diversi) come segno di uno sconfinamento cercato per rendere ancora più
ricca l’esperienza di noi stessi e del mondo.
E’ necessario
sviluppare
azioni positive e buone pratiche in favore delle giovani generazioni,
delle donne e degli uomini che hanno le loro radici i questo territorio
o che, perché migranti, le stanno ponendo qui; pratiche che
facilitino la capacità di relazionarsi dando spazio all’ascolto,
perché, attraverso l’ascolto dell’altro, arriviamo a noi stessi;
pratiche che consentano di accettare e attraversare – standoci con
pazienza – lo smarrimento, la mancanza, la difficoltà a capire per
cercare insieme lo spazio della libertà responsabile e della dignità
di ciascuno.
Pratiche che
costituiscano concrete possibilità di
promozione della sicurezza con gli strumenti non delle inferriate o
delle ronde che creano muri, ma con quelli del potenziamento degli
spazi di aggregazione e confronto in ogni quartiere, del sostegno e
della promozione della vita associativa perché l’agire cooperativo è la
garanzia di una sicurezza a misura d’uomo fondata sul rispetto dell’
altro, sull’aiuto e il sostegno reciproco;
promozione
della lotta alla discriminazione sia essa legata al genere, all’età,
alla provenienza sociale o culturale perché ciascuno possa trovare
adeguati spazi di ascolto e di sostegno per la piena realizzazione del
proprio progetto di vita.
Auspichiamo che la nuova Amministrazione comunale sappia indirizzare le proprie politiche in questo senso. Da parte nostra continueremo a valutare con questo metro le politiche comunali passate, presenti e future.
BIBLIOGRAFIA
- “Casco bene!” a cura di Simonetta Lorigliola e Diego Marani; Editore: Ctm altromercato.
- “Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà” Edizioni Altreconomia.
- “Acqua con giustizia e sobrietà” di Francesco Gesualdi; Editrice Missionaria Italiana (EMI).
- “Caro Sindaco new global. I nuovi stili di vita nella politica locale” di Boschini Marco; Ed. EMI.
- “Comuni virtuosi. Nuovi stili di vita nelle pubbliche amministrazioni” di Boschini Marco; Ed. EMI.
- “Elogio dello -SPR+ECO. Formule per una società sufficiente” di Segrè Andrea; Ed. EMI.
- “Guida al risparmio responsabile. Informazioni sul comportamento delle banche per scelte consapevoli” del Centro Nuovo Modello di Sviluppo; Ed. EMI.
- “Guida al software libero” di Bosio Roberto; Ed. EMI (2005).
- “Saharawi… Viaggio attraverso una nazione” di Alemanno Stefano - Chiostrini Rodolfo; Ed. EMI (2006).
- “Nostra Eccellenza” di Cirri e Solibello; Ed. Chiarelettere.
Il Colibrì mette a disposizione dei candidati sindaco e dell’amministrazione comunale tutti i libri della bliotEQUA presente all’interno della Bottega del Mondo “Il Colibrì”, nel caso volessero approfondire le tematiche toccate in questa lettera.
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Il Mattino di Padova, giovedì 7 maggio 2009