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Laboratorio creativo @Eko Park

31/8/2014

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Eko Park

30/8/2014

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Aggiornamenti dal Burkina Faso (V)

28/8/2014

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Newsletter n. 4

28/8/2014

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Desideri ricevere la nostra newsletter? Richiedi di essere inserit* nella mailing list scrivendo a ilcolibri.monselice@gmail.com!

Carissimi/e Colibrì, soci/e e sostenitori/trici,

tutti abbiamo visto quello che sta succedendo a Gaza; il conflitto tra Israele e la Palestina è una situazione complessa sotto tutti i punti di vista per quanto riguarda il diritto di tutti i popoli a poter abitare in pace in un territorio. E’ evidente, però, che chi oggi sta pagando un prezzo altissimo alle logiche internazionali del profitto e della guerra sono i Palestinesi tanto che un appello di giuristi a livello internazionale evidenzia come si possa parlare di "crimini di guerra" e di "terrorismo di stato" da parte israeliana.

I media presentano la vicenda come un conflitto irrisolvibile tra due parti uguali, ma non lo è. Gli attacchi degli estremisti palestinesi contro civili innocenti non sono mai giustificati e l'antisemitismo di Hamas è disgustoso. Ma questi estremisti rivendicano legittimazione dal combattere l'oppressione grottesca portata avanti da decenni da Israele. Al momento Israele occupa, colonizza, bombarda e attacca una nazione legalmente libera, riconosciuta dalle Nazioni Unite, e ne controlla l'acqua, il commercio e i confini: ha creato la prigione all’aperto più grande del mondo e poi l’ha isolata. Ora, mentre cadono le bombe, le famiglie non hanno letteralmente alcuna via di fuga.

Sono crimini di guerra che non accetteremmo da nessun’altra parte: perché accettarli in Palestina? Mezzo secolo fa Israele ed i suoi vicini arabi sono entrati in guerra e Israele ha occupato la Cisgiordania e Gaza. Spesso ai conflitti seguono delle occupazioni, ma nessuna occupazione militare dovrebbe diventare una tirannia lunga decenni che incoraggia e avvantaggia solo gli estremisti che usano il terrore per colpire i civili. E chi soffre? La maggior parte delle famiglie da entrambe le parti che vogliono solo libertà e pace.

In questa situazione così drammatica vogliamo diffondere l'appello del MINISTERO DELLA SANITA' PALESTINESE, il quale richiede con URGENZA a tutti i cittadini e alle istituzioni preposte di contribuire al sostegno economico di queste popolazioni e alla raccolta di farmaci, materiali medico- sanitari e all'invio di medici e di infermieri professionali.

La Bilancia di Este insieme alle Botteghe del mondo della bassa padovana si sono attivate con iniziative di informazione e sensibilizzazione alla cittadinanza e con questa newsletter Il Colibrì desidera invitare tutti i nostri amici e simpatizzanti a contribuire economicamente ed, eventualmente, a prendere contatto con medici e farmacisti della vostra zona – presentando la lista dei farmaci – per raccogliere il possibile.

Nell'allegato troverete la lista dei farmaci, i dati per il versamento del contributo e ulteriori dettagli logistici.

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Inoltriamo un appello dell'organizzazione non governativa internazionale Avaaz.org:

Per metter fine alle violenze in Medio Oriente serve un’azione non violenta: i nostri governi e le nostre aziende continuano a commerciare e investire nel conflitto, ma possiamo contribuire a farla finita spingendo le banche, i fondi pensione e le imprese più importanti a ritirare i loro investimenti dall'occupazione.

Sappiamo che può funzionare: il governo israeliano ha tremato quando 17 paesi UE hanno approvato le linee guida per sconsigliare di investire negli insediamenti illegali, e quando i cittadini olandesi sono riusciti a convincere il fondo pensionistico PGGM a ritirarsi dagli investimenti nell'occupazione, hanno scatenato una tempesta politica.

Forse non sembrerà un metodo diretto per fermare le uccisioni di questi giorni, ma la storia dimostra che far salire il costo dell’oppressione può portare alla pace. Chiediamo a 6 tra le banche, i fondi pensione e le aziende più importanti di ritirare gli investimenti da aziende e progetti che finanziano gli insediamenti illegali e l'occupazione: potrebbero farlo se tutti insieme li metteremo sotto pressione. Sarebbe un duro colpo per l'economia israeliana e potremmo mandare a monte i piani degli estremisti che sfruttano politicamente questo inferno:

Se riusciamo ad organizzare il più grande appello globale per chiedere a queste società di tirarsi fuori dal business dell'occupazione, dimostreremo che il mondo non vuole più essere complice di questo bagno di sangue. Il popolo palestinese chiede al mondo di sostenere questa soluzione, appoggiata anche dagli israeliani progressisti. Uniamoci a loro:

https://secure.avaaz.org/it/israel_palestine_this_is_how_it_ends_3b/?bVhJAab&v=43463

Ognuno di noi puòfare la propria parte, come il piccolo colibrì, basta davvero poco...

Grazie!



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